Prosegue la quarantena, un isolamento carico di tensione, speranza, frustrazione e pensieri. Gli inevitabili alti e bassi quotidiani, strizzati nello spazio chiuso delle nostre case, ci impongono di trovare e mantenere un equilibrio fisico e mentale. Lo scorrere di giornate sempre uguali ci costringe a tenere desti cuore e cervello per non impazzire di noia o, al contrario, di sovrastimolazione, nell’ansia di dover apprendere, scoprire, conoscere, approfondire. Non facciamo o facciamo troppo, dormiamo ma non ci riposiamo, ci manca tutto e non ci basta niente.
Dal virus ci salveremo tutti insieme, ma ognuno avrà la propria liberazione.
La musica, insieme alla letteratura, è la mia soluzione contro l’abbruttimento interiore (a quello esteriore penserò quando sarà il momento di rientrare nella civiltà). Oggi lo combatto con AARUPA, il nuovo album del cantante e produttore canadese Quinton Barnes, pubblicato dall’etichetta statunitense Grimalkin Records.
Il terreno morbido e avvolgente del soul e dell’R&B, sempre più spesso inglobato nel pop più innocuo, qui incorpora elementi di sperimentazione elettronica e manipolazione sonora che svelano profondità nascoste e misteriose, talvolta scure e dense di inquietudine.
AARUPA è un turbolento viaggio emozionale, che comincia con le frequenze bassissime e tenebrose della title-track e diventa una rincorsa verso la luce fino a “NONBINARY”, straniante canzone sentimentale sulla conquista dell’amore più importante, quello verso se stessi. Il dialogo tra la voce intima di Barnes e l’energico synth racconta la scelta, difficile ma necessaria, di volersi bene nei momenti di paura e solitudine, creando uno spazio per l’accettazione di sé e l’ammissione dei propri desideri. Prendiamo nota, in questi giorni di solitaria preoccupazione, e ricordiamocene anche domani, quando potremo uscire e riappropriarci del mondo.
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